La DSpecial, dal Dott. Danche.

La  DSpecial è, all'interno della famiglia dei modelli "D", la pecora nera, la meno amata, quello a cui non si parlava durante la ricreazione.
Inoltre, per ribaltare la realtà, per mostrare al mondo il suo lato ribelle, giustiziero, alla Robin Hood, il dottor Danche ha deciso di dedicare un intero dossier alla DSpecial.


In primo luogo il nome.
"Special", nel linguaggio degli allestimenti Citroën degli anni '70-'80 , significa "proletario", la parola "club" la classe media (quelli che pagano le tasse), ed il termine "Pallas" è usato come sinonimo di "nababbo".
La 2CVSpecial la GSpecial, la GSA Special, la DSpecial ... sono tutti sinonimi di "fascia bassa" (che sarebbe stata chiamata oggi "entry level" in modo più sottile), sono modelli che preferiscono la plastica alle cromature, la finta pelle ( skai ) al cuoio, il carrello della spesa al fiammante casinò.

D'altronde, non è certo per caso se Speciale rima con "sociale", mentre Pallas fa rima con Callas.
Un po 'di storia.
La DSpecial apparve nell'annata 1970 (da Settembre '69). Sostituisce l' ID19 (nelle versioni Luxe e Confort), mentre nello stesso tempo la DSuper sostituisce l' ID20.
Sui documenti, e questo fino all'intera annata 1971 compresa, la DSpecial verrà definita come "ID19B", in quanto "DSpecial" inizialmente non era altro che un nome commerciale. Nell'annata '72 apparve la specifica definizione "DS serie FC" , quindi, nel '73, sarà chiamata con la stessa sigla della DSuper, vale a dire "DS serie FD".


Ora il suo stile.
Lo stile della DSpecial non è di certo champagne d'annata, Riviera e Fendi; è semmai Discount , campeggio comunale e Rimini, il che spiega perché così pochi di questi modelli siano sopravvissuti.
Eh sì, nel caso del nonno che aveva una Pallas del '67, la si lascia nel suo garage quando muore, pensando che abbia un valore. Nel caso del nonno che aveva una DSpecial la si vende il più velocemente possibile, perché se ne ha vergogna, e ciò farà spazio.
Risultato: sarà ben difficile da trovare oggi una DSpecial con 40.000 km originali, o che un carrozziere non vi rida in faccia quando gli direte che volete restaurare questo modello.


Alcune puntualizzazioni sulla grammatica e sulla pronuncia della parola "DSpecial"
- la S è maiuscola e si pronuncia "dispecial" ( in francese " déspésial")
(e non "di-ess-peciaI", che è il modo in cui lo pronunciano in Spagna).
- Si dice in francese " una DSpecial ", e " dei DSpecial ", anche se la parola è femminile: "Questi DSpecial sono arrugginiti fino all'osso".
- Ma in inglese la parola è invariabile, si pronuncia "disspeschal" e senza accento: "My two DSpecial are rich".


Infine, il punto cruciale, il colore.
La DSpecial ha un aspetto da "giocattolo" ben conosciuto, plastica ovunque, prestazioni da macchina a pedali, che tutti assieme causano una bella risata quando si arriva su di lei in un raduno di auto d'epoca.
Il colore perfetto della DSpecial deve ricreare questa atmosfera di giocattoli di plastica ed essere in netto contrasto col Blanc Meije del tetto. Il suo colore ideale quindi, come tutti gli appassionati sanno, è il Bleu Laguna AC 639.

E per voi sono riuscito, dopo ricerche faraoniche (non mi si ringrazi), ad individuare una DSpecial di questo esatto colore. Sono lieto di presentarvela qui di seguito.

Perché ne vale la pena.

 

 
Commento

Il nostro esemplare sembra in cattivo stato, è qui sorpreso dentro un garage semi-abbandonato che diverrà "lo scrigno della sua redenzione", disse colui che mi ha mandato le foto.


Apparentemente il veicolo ed il suo proprietario (non osiamo dire autista) sembrano Bretoni: si noti la "Ouest France" per asciugare l'LHM.

Si notino anche i pneumatici chiodati. Si ha veramente l'impressione che tutto quello che c'era di buono sia stato rimosso.

Impressione falsa, come vedremo.

Da che cosa si riconosce una DSpecial?
Dalla sua targhetta, ovviamente, anche se molti l'hanno levata per viaggiare in incognito.

La targhetta a sinistra è valida per gli anni '73-'75.
Un'altra versione esiste per l'annata '70-'72, qui sotto:


Una panoramica della nostra nuova amica ci permette di vedere nel dettaglio alcune delle caratteristiche della DSpecial:

- Tetto mai come la carrozzeria, ma in tinta Blanc Meije (Blanc Cygne per l'annata '70).

- Coni delle freccie posteriori scuri, come sull'ID 19 degli anni 1960-1969.

- Pannello copri montante posteriore ( montante " C " ) con striature sottili (che è difficile vedere nella foto).


(Ricordiamo che le altre due ID ( DSuper e DSuper5)  hanno su questi punti, le caratteristiche delle DS: il tetto in tinta con la carrozzeria, coni in metallo cromato, e pannelli dei montanti con striature spesse).

Un piccolo zoom sul pannello del montante posteriore per chiarire il punto delle striature. Se ciò non bastasse, vi rimando a qust'altro zoom.
 

Il contorno del tetto sulla DSpecial è in alluminio (in acciaio inox sugli altri modelli D).

 

Un'altra immagine della bestia ci mostra i suoi piccoli copricerchi.

Questo non è un tratto molto discriminante nella famiglia D, dal momento che le DSuper e DSuper5 hanno anche loro questi piccoli coprimozzi.

All'interno, la DSpecial si vuole austera, minimalista, persino spartana. Pertanto, niente orologi* sul cruscotto, esso è sostituito da un tappo quadrato di grandi dimensioni.

Notiamo di passaggio la presenza di un tappino di birra nello spazio in cui di solito è alloggiata l'autoradio nelle DS...

* Tuttavia, è stato possibile per gli acquirenti di DSpecial "altolocati", di acquistarlo come optional, questo orologio.


Magnifico
oggetto di plastica, questa maniglia della porta.

La DSpecial l'avrà fatta così per tutto il suo periodo di esistenza ('70-'75).

La DSuper, invece, non l'ha che nel solo periodo 70-72.
(Per il periodo '73-'75, le DSuper e DSuper5 hanno maniglie cromate come sulle DS)

Per quanto riguarda le manovelle alzavetro siamo davvero, davvero vicini allo stile del Kinder Sorpresa.

La DSpecial le ha così per tutto il suo periodo di esistenza ('70-'75).



La DSuper, invece, non lo ha che nel solo periodo '70-'72.
(Per il periodo '73-'75, le DSuper e DSuper5 hanno manovelle cromate come sulle DS)

In altre parole, per questi due oggetti, nel periodo '73-'75, la DSpecial è l'unica ID ad essere rimasta nell'era del "plastique c'est fantastique."

Gli interni di una DSpecial sono di serie in similpelle (skai), chiamato "targa" da Citroën.

(nel '75, si poteva averli in tessuto, ma era optional, quindi a quel punto tanto valeva prendere una DSuper ...)

Ecco qui, un bell'esempio di targa nero splendidamente conservato.

Si noti che i pannelli delle porte, che sono in tinta con lo skai dei sedili (e sono stampati in una vile plastica), hanno due disegni successivi: '70-'71 e poi '72-'75.

A sinistra, la versione '72-'75.
Qui sotto la versione '70-'71 : un volgare parallelepipede a sezione quadrata.


... ed i pannelli in tessuto (vi ricordo che il tessuto è optional sulla DSpecial per la sola annata 1975) sono del modello standard della DSuper.




Il tappetini anteriori sono in gomma, quelli posteriori sono dello stesso materiale dei rivestimenti dei longheroni (sulla DSuper sono di moquette sottile)
 

La DSpecial, in allestimento standard, non è provvista di servosterzo.

 
  Le motorizzazioni sono:
- da Settembre 1969 ad Agosto 1971: DV2
- da Settembre 1971 al Luglio 1972: DV3 (carburatore a corpo singolo)
- da Ottobre 1972 ad Aprile 1975: DY3 (carburatore doppio corpo)
 
La DSpecial, di serie, non ha i fari girevoli.

Il bagagliaio della DSpecial è di metallo nudo, privo di qualsiasi rivestimento.

Nota: La  bacinella assortita non era di serie.

La DSpecial non ha illuminazione nel vano portaoggetti, e ha, come caratteristica in questa posizione, una plastica di copertura un pò triste.

Ma insomma, mi direte voi, perché mai non c'è la luce nel vano portaoggetti delle DSpecial? (Ndt: vano portaoggetti si dice " tasca per guanti " in francese)

Ebbene la mia risposta è che è una domanda senza fondamento, perché, in realtà, la DSpecial non ha "tasche per guanti" , essendo i guanti un riflesso di un certo livello sociale.

Questo è in realtà un porta-tramezzini, ed è quindi evidente che non c'è alcun bisogno d'illuminarlo.

La DSpecial non ha mai le luci di retromarcia (mentre su tutti gli altri modelli D queste sono standard per l'intero periodo '72-'75).

Ci si risparmierà di sottolineare impietosamente la posizione del tubo di scappamento di questo esemplare.

Dopo tutte queste descrizioni, voi penserete che forse sia un pò '"utilitaria", la DSpecial.


Certo, certo, ma nel linguaggio pubblicitario dell'epoca, in ogni caso non si insisteva troppo sul suo livello d'equipaggiamento.

In breve, la DSpecial è l'unica vera discendente dell' ID. Leisfoggia con orgoglio gli chevron d'argento (come le ID), in contrasto con quelli dorati delle DS.


Anche le DSuper e le Dsuper5 hanno gli chevron d'argento, ma loro usurpano il diritto di portarli, essendo travestite da DS sotto molti altri aspetti.




Conclusione:

Cari lettori, riabilitiamo la DSpecial, una vettura autentica, che ha segnato la sua epoca a modo suo, che dichiara di essere ID ed è fiera di esserlo, senza artifici, senza segreti vergognosi da nascondere.

Sì, amici miei, al pari della "Pallassizzazione", "Specializziamo" le nostre DS per farne delle DSpecial: togliamo le cromature, la pelle e le pretese e ritorniamo ai nostri veri valori.

Vive le skai, vive la France.

Dr. Danche.